Ancora una volta il WHB#382!

30 aprile 2013

Ciao cari amici, questa sera vi posto due ricettine facili facili, ma davvero sfiziose, a base di verdure perché sono stata invitata dalla mia carissima amica ELENA a partecipare al WHB, Weekend Herb Blogging, che ha lo scopo di far conoscere i prodotti della terra rendendoli protagonisti di ricette o anche semplicemente di informazioni che li riguardino. Questo evento è iniziato nel 2005 grazie a KALYN; dal 2008 l'organizzatrice internazionale di questa raccolta è HAALO. Ma esiste anche un'edizione italiana la cui organizzatrice è BRII (QUI potete trovare tutte le raccolte settimanali).




Le fave sono i frutti di una pianta erbacea (Vicia faba) che appartiene alla famiglia delle leguminose; predilige le temperature fresche e cresce in regioni temperate, come quelle mediterranee. Si sviluppa in baccelli di circa 15-25 cm che si presentano con l’estremità appuntita: all’interno del baccello, rivestito da uno strato spugnoso, si trovano i semi grossi e piatti, avvolti da un tegumento (pelle), che può essere di diversi colori a seconda della varietà. Si pensa sia originaria dell'Africa e in Cina, già 5000 anni fa veniva usata come alimento. Si è diffusa presso gli Egizi, i Greci e i Romani, ma la vera curiosità è che, non avendo la necessità di essere cotte per essere consumate, sono state tra i primi legumi che l’uomo ha mangiato, addirittura prima del 3000 a.C. Le fave si mangiano sia cotte che crude e forniscono proteine, vitamine, fibre e sali minerali; sono i legumi con meno calorie.
Le bietole sono ortaggi della famiglia delle Chenopodacee. Possono essere da coste e da foglie. La bietola da coste, che si acquista proprio per consumare la costa della pianta,  presenta foglie grandi verde scuro, un lungo picciolo centrale e coste solide e resistenti piuttosto lunghe. Normalmente per prepararla si cuoce separando le foglie dalle coste, poichè data la differente consistenza fra le due parti della pianta, i tempi di cottura sono molto diversi, dai 5 minuti per le foglie ai quasi 20 per le coste. La bietola da foglie invece è di dimensioni più ridotte, si preparano e si consumano solo le foglie che possono essere mangiate sia semplicemnete lessate, o cotte al vapore e quindi condite, oppure accompagnate ad altri piatti per esempio in umido. Particolarmente ricca di vitamine, zuccheri e sali minerali, la bietola, conosciuta e consumata anticamente già dai Romani, ha proprietà rimineralizzanti; ha un effetto depurativo e favorisce la digestione.

E dopo tutte queste notizie che ho trovato in rete per voi, ecco le mie ricette.

 

 

FLAN DI FAVE E RICOTTA

200 g di fave sgusciate
100 g di ricotta
70 g di pecorino grattato
3 uova
sale, pepe
burro

Scottate le fave per un paio di minuti in acqua bollente e privatele della pellicina. Mescolate la ricotta e il pecorino, unite le fave e le uova battute, regolate il sale e pepate a piacere. Disponete il composto in 4 piccole cocottes imburrate e infornate a 180° per 15 minuti. Serviteli caldi senza sformarli o freddi sformati con un'insalatina fresca.






FRITTATINE DI BIETOLINE E PINOLI

200 g di bietoline lessate
1 cucchiaio di grana grattato
3 uova
1 cucchiaio di pinoli
sale, pepe
burro

Strizzate bene le bietoline e tagliatele al coltello. Mescolatele con le uova battute e il grana, regolate il sale e pepate a piacere. Imburrate 4 pirofiline e distribuitevi il composto riempiendo fino a ¾ . Decorate con un po' di pinoli, quindi infornate a 180° per 15-20 minuti. Sformate e servite tiepido.





Ora passo da voi, buona serata, un abbraccio!

Un giro in Danimarca

28 aprile 2013

Ciao amici, buona domenica sera. Si è concluso questo lungo we che qui è stato proprio brutto. Anche oggi niente sole e un po' di pioggia. Sono ammosciata :( 
Come forse avrete visto nella ricetta del chili compariva anche una focaccia. E' l'ennesimo stravolgimento della ricetta base che ho imparato a CHEF PER CASO, la scuola di cucina di Marta e Donatella. La focaccia ligure è un must e sto scoprendo che è anche una ricetta molto versatile! Il mio chili comunque è fuori concorso.

E allora stasera ce ne andiamo in Danimarca per l'ABBECEDARIO CULINARIO D'EUROPA ospitato da LEONILDE fino al 12 maggio.



Ci sono stata in Danimarca, qualche anno fa, sono arrivata in aereo a Copenaghen e poi in auto ho fatto un tour di 15 giorni: l'ho girata quasi tutta, perché è piccola, ma davvero fiabesca. Ricordo le sue dune sabbiose sul mare del nord, arrabbiato e grigio, ricoperte dalle rose rugose, le navi vichinghe a Roskilde, i paesini ordinati e graziosi, le città tranquille, i fari, le spiagge, le biciclette e una capitale accogliente e serena. Peccato che il tempo sia stato spesso piovoso e fresco. Una giornata bella dal mattino alla sera non l'ho avuta... in più ero con un'amica che proprio in quel viaggio aveva deciso di risparmiare. E così non sono mai andata al ristorante: ci siamo sempre preparate cena all'ostello di turno :( 
Oggettivamente è un paese nordico, dove gli usi sono  molto diversi dai nostri, si cena verso le sei di sera e quindi bisognava arrivare agli ostelli entro le cinque. Con le giornate che rimanevano chiare fino alle dieci, era un gran peccato, ma avremmo potuto uscire dopo cena e goderci ancora un po' i posti, ma in realtà non si faceva che litigare. Quel viaggio alla mia amica non è piaciuto, me lo ha detto chiaro e tondo durante, e quindi mi trovavo in difficoltà. Io me la sarei voluta godere la Danimarca, come mi sono goduta tutti i posti dove sono stata, che si mangiasse alle sei o alle dieci. Ma è andata così, e nonostante le belle cose che ho visto, alla fine non ne ho un ricordo del tutto positivo. Certo la colpa non è della Danimarca!
Sta di fatto che cucinare danese in quest'occasione mi crea languori di ogni genere, comunque almeno assaggio secondo il concetto che non è mai troppo tardi!
Qualche foto prima della ricetta: si tratta di Skagen e dintorni, estremo nord dello Jutland.





Ed ecco la prima ricetta danese.




FLODEKARTOFLER  (PATATE E CIPOLLE ALLA CREMA)

4 patate medie
2 cipolle bionde
1 rametto di rosmarino
1 spicchio d'aglio
300 ml di panna fresca
sale affumicato
pepe bianco, noce moscata

Mescolate la panna con il rosmarino e l'aglio tritati e una bella macinata di noce moscata. Pelate le patate e pulite le cipolle. Affettatele con la mandolina, quindi disponete in una pirofila uno strato di patate e uno di cipolle, salate e pepate. Distribuite un po' di panna e fate un altro strato di patate e cipolle. Salate. Versate tutta la panna rimasta, quindi infornate a 200° per circa 1 ora.




Vengo a farmi un giretto da voi. A presto!

Dal far west al near east: la mia ricetta per l'MTC - Chili con carne, tris di legumi e panfocaccia de elote


27 aprile 2013

Quando avevo diciotto anni avevo due miti: Emiliano Zapata e Ernesto Guevara, il primo conosciuto attraverso il film di Elia Kazan, che la TV passava relativamente spesso, con un Marlon Brando bellissimo e tenebroso, e il secondo perché era l'eroe di tutti i sessantottini e io non facevo certo eccezione. E il Messico, l'Argentina, la Bolivia, il Cile riempivano la mia mente a tal punto che ho imparato un po' di spagnolo. Del resto quelle passioni si sposavano con quella nata quando ero una babanetta: il far west. Sentieri selvaggi, Un dollaro d'onore, L'uomo che uccise Liberty Valance, Mezzogiorno di fuoco, cosa c'era di diverso fra quegli eroi stazzonati dalla polvere e dalle lunghe cavalcate, dalle sparatorie e dalle scazzottate e quelli veri che lottavano per la giustizia e i diritti dei deboli? Le passioni sono dure a morire e le mie mi hanno accompagnato fino ad oggi, coltivate da un lungo viaggio fra Monument Valley e Nevada, Grand Canyon e California e su fino al Wyoming, e da un altro in Messico e più recentemente in Argentina. Ma la cosa sorprendente è stato scoprire che quel mondo lo avevo vicino senza saperlo. Nel 2010 la RAI ha trasmesso Terra ribelle di Cinzia Th Torrini: due amici divisi da una donna, un padrone gretto e spietato, una famiglia di ricchi in disgrazia, un territorio selvaggio di immense distese dove la popolazione che non coltiva la terra o gestisce il bestiame vive alla macchia rubando e facendosi giustizia da sola. Non siamo nelle sconfinate pianure texane, ma in Maremma, a fine ottocento. Così il far west diventava per me un near east e i cowboy erano i butteri e i banditi, i briganti! Guardavo a questa terra italiana con rispetto e ammirazione e leggevo quello che c'era da leggere sugli uomini che lottavano per i loro diritti non solo contro i fuorilegge, ma anche contro la malaria. E così canticchiavo La llorona e Maremma amara con lo stesso entusiasmo:

Yo soy como el chile verde, Llorona,
picante pero sabroso

Tutti mi dicon Maremma, Maremma...
ma a me mi pare una Maremma amara.

Ed ecco questo MTC che arriva per gettare un ponte fra Messico e Maremma: in Messico si fa il chili con carne, in Maremma il peposo, i fagioli si usano in tutti e due i paesi, quindi ecco qui cosa ho combinato andando dietro ad ANNE e alla sua  ricetta, che mette in pentola il sole, il caldo, l'arsura e i profumi, per tirarne fuori, come dal cappello del prestigiatore, un piatto magnifico.




Il mio chili è stato marinato, come si fa con il peposo, nel vino rosso; ho scelto il Morellino di Scansano, un Chianti fruttato e generoso. La cottura è come prevede Anne per il suo chili, anche se ho usato la marinata per bagnare la carne. 



Chili con Carne

750 g di spalla di manzo tagliata a cubi
rosmarino, salvia, alloro q.b.
qualche bacca di ginepro 
vino rosso
3 peperoncini rossi di Calabria secchi  (piccanti)
3 peperoncini verdi di Calabria freschi (dolci)
sale

Mettete la carne a marinare nel vino con gli aromi e le bacche di ginepro  per almeno 12 ore, tenendola al fresco.
Pulite i peperoncini freschi, quindi abbrustoliteli in forno, per circa 20 minuti a 170°. Poneteli in un sacchetto di carta e fateli raffreddare. Togliete la pelle, i semi, i filamenti interni, quindi metteteli nel mixer e frullate fino ad avere una crema. Spezzettate i peperoncini secchi scuotendone fuori i semi (da eliminare) e metteteli in una ciotola, copriteli di acqua bollente e lasciate in infusione per almeno 2 ore. Passato questo tempo, frullateli con l’acqua di infusione fino ad ottenere una pasta leggermente densa. Passatela attraverso un setaccio fine  in modo da eliminare ogni residuo di pellicine, recuperando quanta più polpa possibile.
Sgocciolate la carne dalla marinata e mettetela con la crema di peperoncini freschi e la pasta di quelli secchi in una pentola col fondo spesso, bagnate con parte del vino della marinata e portate a bollore a fiamma alta. Regolate il sale, mescolate bene e fate cuocere coperto (lasciate una piccolissima fessura perché possa uscire il vapore) a calore dolcissimo per circa 3 ore, controllando ogni tanto e aggiungendo altro vino o acqua calda se necessario.
Fate riposare il Chili e servitelo il giorno dopo.



 
Per contorno ho preparato un tris di legumi: 
fagioli nel fiasco, dalla Toscana, perché sono emblematici in questa ricetta
ceci in zimino, dalla Liguria, perché l'America l'ha scoperta Colombo
lenticchie di Esaù, dalla cucina ebraico-romanesca in onore di Anne

Fagioli nel fiasco

200 g di fagioli cannellini secchi
acqua/olio EVO
sale, pepe
qualche foglia di salvia
1 spicchio d'aglio

Ammollate i fagioli per tutta la notte in acqua fredda. Il giorno dopo, scolateli, metteteli in un fiasco da 1/2 litro con l'aglio spremuto, la salvia, 2 cucchiai d'olio, un po' di pepe, 10 g di sale. Coprite d'acqua, quindi chiudete il fiasco con un po' di cotone e fate cuocere in una pentola piena d'acqua per 3 ore da quando prende il bollore. Al termine della cottura, mettete i fagioli in un piatto e serviteli.  
 



Ceci in zimino

200 g di ceci secchi
10 g di funghi secchi
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
1 mazzo di erbette
olio, sale

Ammollate i ceci per tutta la notte in acqua fredda. Metteteli poi a cuocere in abbondante acqua per almeno due ore e mezza. Mettete a bagno in acqua tiepida i funghi secchi; quando si saranno ammorbiditi tritateli. Lavate bene le erbette, pulitele e tagliatele a striscioline. Mettetele a cuocere in una padella con 2 cucchiai d'olio, quando si saranno un po' ammorbidite, unite i funghi e il concentrato, aggiungete un po' d'acqua e portate a cottura. Verso la fine unite i ceci e regolate il sale.




Lenticchie di Esaù 

1 cipolla bionda piccola
1 porro
1 spicchio d'aglio
100 g di passata di pomodoro
1 cucchiaio di semi di cumino
brodo vegetale q.b.
2 pomodori ramati
200 g di lenticchie
sale, olio

Affettate sottilmente la cipolla e il porro e imbionditeli con 2 cucchiai d'olio, unite poi l'aglio tritato, la passata di pomodoro e i semi di cumino. Mescolate e fate cuocere 30 minuti circa aggiungendo il brodo necessario. Unite adesso le lenticchie e i pomodori spellati, privati dei semi e tagliati a tocchetti; portate a cottura unendo ancora brodo quando è necessario. Alla fine regolate il sale e servite.




Per il pane ho scelto il pan de elote messicano, ma in realtà l'ho preparato come una focaccia ligure, omettendo l'uovo che prevede la ricetta del pane e usando il latte anziché l'acqua nell'impasto della focaccia. 


Panfocaccia "de elote"

150 g di farina manitoba
150 g di fioretto di mais
150 g di latte
30 g di olio
1 cucchiaio raso di zucchero
1 cucchiaio raso di sale
15 g di lievito

olio, sale grosso 

 Sciogliete il lievito nel latte intiepidito. Impastate tutti gli ingredienti nel mixer per una decina di minuti, quindi lavorate ancora un po' a mano, poi fate lievitare in una ciotola coperta con un tovagliolo. Quando l'impasto sarà raddoppiato di volume, stendetelo allo spessore di circa 1 cm in una teglia ricoperta di carta forno. Fate dei buchi con le dita, quindi cospargete la superficie con del sale grosso e con un'emulsione fatta con 50 ml di acqua e 75 ml di olio. Fate lievitare per circa 30 minuti. Infornate a 230° per 15 minuti circa. Sfornate, spennellate la superficie con olio, quindi fate riposare su una gratella per qualche minuto prima di servire.
 

 
E tutto questo è per la sfida dell'MTC di aprile



Permettetemi un ultimo commento a questo post lunghissimo: per quanto mi sia messa all'impresa con molto entusiasmo, non sapevo proprio cosa avrei mangiato. Quando ho avuto il mio chili nel piatto, con tutto il suo profumo, quando si è sfaldato tenerissimo sotto la forchetta, quando mi ha riempito la bocca con il suo sapore e i peperoncini mi hanno sfrizzolato tutte le papille, allora ho chiuso gli occhi e ho ringraziato Anne e la squadra dell'MTC per aver scelto proprio questa ricetta. Grazie a tutte ragazze :)

BUONA SERATA!

Puntarelle e Roma!

25 aprile 2013

Molto spesso quando penso alle vacanze, penso a Roma. Come saprete ci abitano i parenti di mia mamma e quando ero piccola, a luglio o ad agosto, andavo lì a casa dei nonni dove c'erano anche i miei cugini. Qualche volta andavamo al mare a Lavinio: lì le vacanze erano ancora più belle. Non so se il ricordo di quelle estati è magico perché ero una ragazzina con i sogni ancora intatti, certo è che Roma nel mio cuore ha sempre occupato un posto speciale. Roma la conosco davvero, perché ho cominciato a scoprirla da bambina, come in un gioco, in cui quello che studiavo a scuola diventava visibile e reale, eppure non mi stanco mai di girarla, di annusarla, di rivederla, mi piace dirle: "Ciao, sono tornata, cosa mi hai preparato di bello?" E qualcosa di bello lo trovo ogni volta, nelle sue strade, nei suoi monumenti, nella sua gente. Roma per me è proprio la città più bella del mondo (foto del web).
 



E allora si va di ricetta di nonna Maria. Perché il mio "viaggio nel gusto" è stasera un viaggio nella memoria, nel sapore dolce amaro delle puntarelle e della giovinezza, nel piccante del peperoncino e della vita, nella sorpresa di questo piatto che arriva con il cacio sui maccheroni!



SPAGHETTI CON LE PUNTARELLE

350 g di spaghetti
500 g di puntarelle
6 filetti d'acciuga
2 spicchi d'aglio
4 cucchiai d'olio
pecorino grattato
1 peperoncino
sale

Pulite le puntarelle delle foglie esterne e tagliate a filetti tutto il cuore. Saltatele nell'olio con l'aglio sbucciato e schiacciato, bagnate con poca acqua e cuocete per 5 minuti. Unite i filetti d'acciuga e fateli sciogliere, aggiungete poi il peperoncino intero. Regolate il sale. Lessate gli spaghetti al dente, scolateli facendo trattenere un po' d'acqua, quindi insaporiteli nel sugo per qualche istante. Servite con un filo d'olio a crudo e formaggio a piacere.



Mando questa ricetta al contest di LAURA




Buona serata, amici, passo a salutarvi, un abbraccio :)

La terza ricetta di Sarah è una quiche deliziosa!

22 aprile 2013

Ciao cari amici, in attesa di passare la mia serata con Montalbano, cosa alla quale proprio non rinuncio, vi faccio un breve resoconto. Tempo brutto, piovigginoso e fresco, rimessa giacca pesante non ancora portata in lavanderia, fatta lezione a popolazione di studenti assolutamente disinteressata al contenuto calorico degli alimenti, corso come una pazza e trovato appuntamento dal dentista rimandato causa impegno del dentista stesso, arrivata umida e stravolta a casa. 

IO LO ODIO IL LUNEDI'!!!!!!!

Passiamo alla ricetta e precisamente alla terza ed ultima che ho copiato dalla carissima SARAH, recipe-tionist di questo mese. Si tratta di un'ottima torta salata che mi ha accompagnato anche oggi al lavoro, e dico anche, perché dopo averla preparata e assaggiata, con grande soddisfazione, l'ho divisa in parti che ho surgelato e che mi porto nel cestino della merenda :) 
La ricetta originale è QUI. La modifica principale consiste nella pasta frolla, che ho fatto secondo una ricetta già sperimentata di una mia cara amica, che è adatta a dolci e a salati essendo di per sé neutra. Inoltre nell'impasto ho messo sia pancetta dolce che affumicata. Quindi ecco la mia versione.




Torta rustica con patate e pancetta

per la frolla
500 g di farina OO
250 g di burro
100 ml di acqua fredda
3 tuorli
1 pizzico di sale
per il ripieno
1 patata tagliata a fettine sottili
100 g fra pancetta dolce e affumicata
2 uova
120 ml di panna
100 ml di latte
80 g di emmental grattugiato
Impastate tutti gli ingredienti per la frolla, aggiungendo ancora acqua poco alla volta, se l'impasto risultasse troppo compatto. Fate una palla, rifasciate con la pellicola e mettete in frigo a rassodare per 1 ora. Stendete l'impasto con il matterello su carta forno, rifasciate uno stampo per crostate da 30 cm di diametro e distruitevi sopra dei fagioli secchi. Infornate per 10 minuti a 180°, quindi togliete carta e fagioli e fate cuocere per altri 5 minuti o finché la pasta comincerà a prendere colore. Tirate fuori dal forno e lasciate freddare. Fate dorare la pancetta in padella senza nessun condimento e scolatela su carta assorbente. In una ciotola riunite le uova, la panna ed il latte, amalgamate con cura e aggiustate di sale e pepe. Disponete sulla frolla la patata pelata e tagliata a fettine sottili. Coprite con la pancetta, il formaggio ed il composto di uova. Infornate per 40 minuti circa a 170°. Lasciate riposare per qualche minuto e servite.




E naturalmente questa ricetta è per FLAVIA e il suo contest.




Nell'ottica del mio odio per il lunedì, ho scoperto proprio adesso che blogger si è mangiato un altro followers. Non so come sia possibile, comunque vado avanti di due e dopo qualche giorno torno indietro di uno. Ma ci si può togliere dal seguire un blog se l'autore non ci sta più simpatico, o è blogger che fa il bello e il cattivo tempo? Se qualcuno lo sa, me lo dica per favore, tanto così per curiosità. 

Vi saluto amici, un abbraccio a presto e buona serata!


Ancora in Francia con i macarons chocolat

21 aprile 2013

Ciao a tutti, buona domenica sera. Oggi è stata una giornata passabile fino a mezzogiorno, poi pioggia e fresco. E di nuovo sembra che la primavera si sia allontanata. Ho ciondolato, un po' svogliata, un po' stanca, per fortuna la prossima settimana sarà molto corta :)

Stasera posto la mia ultima ricetta francese per l'ABBECEDARIO CULINARIO D'EUROPA ospitato da ELENA fino a domani. 



La ricetta è un classico della pasticceria francese e questi meravigliosi dolcetti si gustano ovunque. Io li ho incontrati per la prima volta a Bruxelles, la scorsa estate e quando sono arrivata a Parigi ho "perfezionato" l'incontro. E decisamente quelli al cioccolato sono quelli che preferisco. La ganache che ho usato per farcirli, si può servire anche da sola come crema al cucchiaio, magari guarnita con un ciuffetto di panna montata.



MACARONS CHOCOLAT

110 g di mandorle spellate
220 g di zucchero a velo
5 g di fecola
25 g di cacao amaro
120 g di albumi
50 g di zucchero semolato
30 gocce di colorante rosso

30 g di panna
125 g di latte intero
125 g di cioccolato al 50%

Frullate le mandorle nel mixer con lo zucchero a velo, la fecola e il cacao alla massima velocità per ottenere una polvere finissima. Poi setacciate il tutto. Disponete la polvere sulla placca ricoperta di carta forno e infornate a 150° per 5 minuti. Fate raffreddare. Montate i bianchi a neve fermissima, quindi unite poco alla volta lo zucchero semolato sempre montando con le fruste. Le chiare saranno pronte quando sollevando le fruste si formerà un becco. Versate adesso in un colpo solo tutta la polvere di mandorle e mescolate con una spatola di gomma dal basso verso l'alto. Sciogliete il colorante in due cucchiai di impasto quindi unite al resto mescolando un po' più energicamente: il tutto dovrà risultare liscio e brillante. Con la sac-à-poche formate i macarons e lasciateli riposare a temperatura ambiente per 1 ora circa affinché si induriscano. Infornate a 150° per 10-12 minuti. Quando saranno cotti, lasciateli raffreddare prima di staccarli dalla placca.

Per la ganache, riunite il latte e la panna in una casseruola e portate quasi a ebollizione, unite il cioccolato spezzetato e fatelo sciogliere mescolando. Quando tornerà quasi a bollore, spegnete e ricoprite con la pellicola a contatto della superficie, in modo che non si indurisca. Fate raffreddare bene, quindi incollate i gusci e fate riposare, prima di gustare i macarons.




Voglio concludere questo bel viaggio in Francia con un po' di foto, scattate qua e là, nel corso di vacanze diverse.

CHAMBORD
ABBAZIA DI JUMIEGES
ETRETAT
HONFLEUR
MONT SAINT MICHEL
COTE D'ARMOR - SAINT LUNAIRE
STRASBURGO

Nel prossimo giro andremo in Danimarca. Continuate a seguirci!
A presto, un abbraccio a tutti :)  

L'ITALIA NEL PIATTO e le ricette al forno salate

20 aprile 2013

Ciao a tutti, cari amici, oggi torna L'ITALIA NEL PIATTO, con le ricette al forno salate.


Finalmente sembra che la primavera sia arrivata, le temperature sono miti e possiamo cominciare a pensare di mettere via cappotti e maglioni. Le nostre proposte rispecchiano un po' quel che di buono la bella stagione porta nei mercati. Ecco cosa vi abbiamo preparato.

Ed ecco la mia torta di bianchetti.




Bianchetti  è il nome che in Liguria viene dato al novellame del pesce azzurro (in particolare sardine e acciughe). I rossetti sono invece pesciolini adulti della specie Aphia minuta. Questo pesce viene pescato con speciali reti, chiamate  sciabegottu (simili alla rete a sciabica, ma con dimensioni più piccole), nei primi mesi dell'anno e quindi in questo periodo abbonda nei mercati. Il prezzo è purtroppo elevato anche a causa delle restrizioni di pesca imposte dalla Legislazione. Tuttavia quando finisce sulle tavole è una prelibatezza. 
Sia bianchetti che rossetti si possono mangiare semplicemente lessati e conditi con olio e limone e sicuramente è questo il modo per apprezzarne di più la delicata bontà, ma ne facciamo anche frittelle e frittate, o li usiamo sulla farinata o per condire la pasta in raffinati sughetti con pomodoro e prezzemolo.
I bianchetti si ritrovano anche nella cucina siciliana con il nome di neonata, in quella napoletana (cicenielli), anconitana (paranzola), brindisina (schiuma di mare) e tarantina (faloppa). E ovunque sono protagonisti assoluti di ricette fra le quali è impossibile decretare la migliore!


TORTA DI BIANCHETTI

400 g di bianchetti
4 uova
50 g di grana grattato
la mollica di 1 panino bagnata nel latte
prezzemolo
olio, sale

Tritate un ciuffo di prezzemolo. Pulite i bianchetti e sciacquateli velocemente sotto l'acqua fredda. Sbattete le uova e aggiungetevi la mollica strizzata, il grana e il prezzemolo. Salate e unite i bianchetti. Mescolate bene, versate in una teglia appena unta d'olio e cuocete in forno a 180° per circa 20 minuti o finché le uova saranno ben rapprese.




Se volete, potete cuocere la torta come una classica frittata, ma così resta più leggera e in sapore non si perde nulla.


Anche questa settimana abbiamo un graditissimo ospite, TAMARA, che ha vinto il nostro contest. Se volete partecipare, queste sono le regole:



Il prossimo appuntamento è per il 20 maggio, vi aspettiamo. Un abbraccio a tutti.

I sablés per l'abbecedario culinario

19 aprile 2013

Ciao a tutti, finalmente siamo arrivati a venerdì: è stata una settimana pesante, per fortuna la prossima sarà corta :) 
Sto ostinatamente pensando alle vacanze. E spero proprio di andarmene a vedere una fetta di mondo, probabilmente me ne starò in Italia, d'altra parte è una delle fette di mondo più gradevoli! E accarezzo l'idea della Sicilia, sull'onda dell'amatissimo Montalbano. 

Intanto per restare in tema di vacanze, posto l'ennesima ricetta francese per l'ABBECEDARIO CULINARIO D'EUROPA ospitato da ELENA fino al 22 di aprile. 



La ricetta nasce a Parigi, dalla mia vacanza dell'estate passata, nelle sue belle strade, nei suoi parchi, negli ombrosi lungosenna, negli scorci che amo ogni volta di più, nei suoi negozi eleganti, nelle sue chiese e nei suoi musei, nei caffé e nei ristoranti, nelle gourmandises che occhieggiano nelle vetrine dei templi della buona cucina.
Fra le mille cose che ho portato, c'è uno stampino per biscotti con cui ho preparato i sablés. E sullo stampino c'è la Tour Eiffel, poderoso ed elegante simbolo della città per cui val bene, sempre e comunque, la famosa messa!!!!


SABLES AL BURRO

360 g di farina 00
120 g di zucchero
1 cucchiaino di lievito in polvere
250 g di burro salato
3 tuorli

Mescolate farina, zucchero, lievito e burro a tocchetti, poi unite i tuorli e impastate fino ad avere un composto sodo e omogeneo. Ponetelo fra due fogli di carta forno e stendete con il matterello a 3-4 millimetri di spessore. Ponete in frigo per almeno un'ora. Ritagliate quindi i biscotti, poneteli sulla placca ricoperta di carta forno e cuocete a 180° per 10-12 minuti.












E ora un'indigestione di Tour ;)










Passo da voi, e se vi fa piacere seguiteci domani. Buona serata!